domenica 24 marzo 2013

Città etrusca, Interporto e aeroporto amorosamente insieme

Documento della Regione Toscana:
Integrazione del Piano di Indirizzo Territoriale per la definizione del Parco Agricolo della Piana e per la qualificazione dell’Aeroporto di Firenze

“INTERVENTI CORRELATI AL PARCO AGRICOLO DELLA PIANA PER UNA MIGLIORE FRUIZIONE DEL PARCO ARCHEOLOGICO DI GONFIENTI”
Premessa
La Regione Toscana individua specifici interventi per la fruizione del parco archeologico di Gonfienti e per il completamento dell’Interporto. Il presente documento costituisce allegato programmatico del Documento di Piano del PIT (All. A1 dell’Integrazione alla proposta della GR di delibera al CR n°10 del 14 febbraio 2011), come indicato al paragrafo 7 ter. 3 “Il parco agricolo della Piana come parco agricolo integrato e multifunzionale”.
Le indagini archeologiche svolte in occasione dei lavori per la realizzazione dell’Interporto della Toscana Centrale hanno rivelato, con la scoperta dell’insediamento etrusco di Gonfienti, che la presenza di epoca etrusca si estendeva anche nell’area della piana posta tra la fascia pedecollinare della Calvana ed il fiume Bisenzio, oltre che nel territorio posto a sud del fiume Ombrone e, in particolare, nelle zone di Artimino e Comeana.
1. Area archeologica di Gonfienti
1.1 Sistemazione dell’area archeologica, conservazione dei reperti ivi scavati e sua fruizione pubblica
L’area archeologica di Gonfienti presenta la necessità di essere valorizzata, tutelata e resa accessibile per la fruizione pubblica. A tal fine si rende necessario elaborare, in accordo con i Soggetti e gli Enti territorialmente interessati, un progetto generale di tutela e valorizzazione dell’area archeologica, vista come elemento autonomamente significativo ma anche come parte del più ampio contesto storico- culturale presente nel territorio interessato dal Parco agricolo della Piana.
Il progetto, utile a definire obiettivi, azioni e misure da adottare nel breve, medio e lungo termine interessa sia il completamento delle operazioni di scavo, che la conservazione delle strutture scavate e la sistemazione dei reperti, nonché la loro pubblica fruizione anche in correlazione agli altri beni storico-archeologici presenti nella Piana.
Punto di partenza è costituito dal progetto preliminare redatto dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana e dalla Provincia di Prato, nel quale si identifica il primo nucleo del futuro parco archeologico (Comune di Prato), ovvero l’area dei c.d. Lotto 14, Lotto 15F, Bacino di compenso e viabilità antica di collegamento delle diverse zone della città etrusca e si prevedono i seguenti tre obiettivi prioritari:
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la valorizzazione, culturale fruitiva, delle aree archeologiche; il completamento dello scavo delle strade urbane e dei fronti edilizi immediatamente prospicienti, in modo da riconnettere in un unico percorso fruitivo i tre lotti; il consolidamento a fini conservativi di quanto scavato e la catalogazione dei reperti emersi.
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1Il costo stimato delle suddette opere, meglio esplicitate nel Progetto preliminare, è di € 500.000 ed è già finanziabile in parte con fondi della Regione e in parte con fondi provenienti dalla Provincia di Prato o dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Prato.
Individuazione della zona d’intervento
Quanto sopra fa seguito al Protocollo d’Intesa, tra le Province di Firenze e Prato, i Comuni di Prato, Carmignano e Campi Bisenzio e l’Interporto della Toscana Centrale, siglato il 28/04/2010, con il quale, tra l’altro, si dava mandato alla Provincia di Prato di assumere tutte le iniziative necessarie a promuovere il progetto di parco archeologico, restando inteso che qualunque tipo di intervento deve essere preventivamente concordato con la Soprintendenza per il Beni Archeologici della Toscana, per gli aspetti di competenza.
Con Deliberazione n. 174 del 23/09/2009, dell’area Programmazione e Valorizzazione dei Servizi Servizio Cultura – è stato approvato il Progetto “Parco archeologico della Provincia di Prato” prima tranche - interventi sull’area dell’insediamento etrusco di Gonfienti, presentato dalla Soprintendenza ai beni Archeologici della Toscana. Successivamente la Deliberazione n. 207 del 27.10.2009, del medesimo Servizio provinciale, ha consentito l’inserimento del Progetto nel PASL pratese, secondo le modalità stabilite dalla Regione Toscana.
L’erogazione dei finanziamenti già impegnati dalla Regione e l’avvio di concreti progetti di fruizione pubblica delle aree archeologiche sono tuttavia subordinati all’acquisizione pubblica delle aree già sottoposte a tutela, in quanto, le strutture rinvenute sono per Legge di proprietà delle Stato, mentre i terreni sui quali insistono sono tutti di proprietà privata (in gran parte di Interporto SpA).
A tal fine, si rende necessario attribuire una destinazione pubblica alle aree, mediante variante agli SU dei Comuni di Campi Bisenzio e Prato e, successivamente, potranno essere
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acquisite dagli stessi Comuni, nell’ambito di un quadro programmatico di interventi coordinati e finanziati anche dalla Regione, nonché di progetti tematici inquadrati nell’ambito del Parco agricolo della Piana da finanziare con fondi europei.
Ulteriori contenuti del progetto generale possono essere: - la programmazione delle opere di conservazione e restauro delle strutture
archeologiche rinvenute; - un piano dell’accessibilità e della mobilità pedonale e veicolare; - la costituzione di un Centro servizi per la conservazione, documentazione e
valorizzazione della città etrusca e del territorio di Gonfienti, che comprenda i servizi per il pubblico (accoglienza, visite guidate, laboratori, ristoro, servizi igienici , ecc.) in struttura preposta (il Mulino di Gonfienti, idoneo allo scopo, necessita di essere acquisito alla proprietà pubblica);
- piano della comunicazione mediante canali tradizionali e mediante l’impiego di tecnologie innovative, quali percorsi virtuali o sistemi grafici interattivi che consentano una migliore lettura dei contesti più significativi ma anche di quelli meno indagati, oltre che la conoscenza dei processi relativi allo scavo, catalogazione e restauro dei reperti;
- la definizione dell’assetto giuridico-istituzionale e del modello di gestione dell’area archeologica di Gonfienti.
1.2 Contestualizzazione dell’area archeologica di Gonfienti nell’ambito unitario del Parco della Piana, mediante la costruzione di relazioni con il restante patrimonio archeologico e storico ivi presente, nell’ottica di creare un sistema territoriale per l’archeologia
L’eccezionalità dei rinvenimenti archeologici di Gonfienti, il loro legame con il territorio della piana pratese-fiorentina e con le altre aree archeologiche ivi presenti, messa in relazione con il cospicuo e diffuso patrimonio storico-culturale esistente nel territorio del Parco agricolo della Piana, fanno dell’area archeologica di Gonfienti un potenziale polo di attrazione turistica nonché un elemento di eccellenza del parco stesso.
L’area, peraltro posta in prossimità di una grande rete di comunicazione, può facilmente essere collegata con i principali poli di interscambio modale e resa accessibile mediante percorsi di mobilità dolce in parte già realizzati, dando luogo ad una rete di eccellenze che comprendono la città d’arte di Firenze, i centri storici di Prato, Campi Bisenzio e Sesto Fiorentino, la Vela di Michelucci e le Cascine di Tavola, il Ponte del Manetti e la Villa medicea di Poggio a Caiano, oltre che le altre aree archeologiche di Artimino e Comeana, della Montagnola e della Mula.
In Comune di Campi Bisenzio è stato finanziato il recupero della Rocca Strozzi, al cui interno è prevista la realizzazione del museo del territorio ma anche la collocazione di parte dei reperti provenienti dall’area archeologica di Gonfienti, la cosiddetta “città dei vivi”. In correlazione alla “città dei vivi”, in Comune di Carmignano si trova l’area archeologica di Comeana, la cosiddetta “città dei morti”, rispetto alla quale sono state già eseguite le operazioni di scavo e sistemazione dei reperti e, nel 2011, è stato inaugurato il Museo archeologico di Artimino.
Allo scopo di valorizzare l’area archeologica di Gonfienti appare oggi necessaria un’organizzazione del territorio che consenta di ricondurre a sistema i beni culturali e gli altri siti archeologici etruschi presenti nel Parco agricolo della Piana, per garantirne una migliore funzione fruitiva.
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A tal fine, si ipotizza la creazione di un piano di gestione integrato attraverso la cooperazione interistituzionale degli attori presenti sul territorio e da forme di partenariato pubblico-privato.
E’ necessario, inoltre, realizzare il collegamento dell’area con i nodi di interscambio modale, mediante i percorsi di mobilità dolce già previsti entro il progetto del Parco agricolo della Piana. Tali percorsi, in parte già finanziati (vedi cartografia allegata), consentono di stabilire relazioni e collegamenti con:
1. le Cascine di Tavola, il Ponte del Manetti, la Villa medicea di Poggio a Caiano e l’area archeologica di Carmignano;
2. la Rocca Strozzi, il Parco fluviale dell’Arno e la stazione ferroviaria di San Donnino e la città di Firenze;
3. la Rocca Strozzi, Villa Montalvo, la Chiesa di Michelucci, l’area archeologica di Sesto Fiorentino e le stazioni della linea ferroviaria Firenze-Prato;
4. la stazione ferroviaria e il centro storico di Calenzano, la fattoria medicea ed il Parco di Travalle;
5. ilcentrostoricodiPrato.
2. Interporto della Toscana centrale
L’area archeologica di Gonfienti rientra attualmente nell’ambito di proprietà dell’Interporto della Toscana centrale di Prato. Nel territorio toscano, sono presenti due Interporti di interesse regionale e classificati di rilevanza nazionale, secondo la Legge 4 agosto 1990, n. 240, uno è l’Interporto della Toscana Centrale di Prato, i cui lavori di costruzione, iniziati nel 1991, si sono conclusi sostanzialmente nel 2010, l’altro è l’Interporto Toscano Amerigo Vespucci di Guasticce, in Comune di Collesalvetti (Livorno).
L’Interporto di Prato è gestito da una società per azioni con la partecipazione di enti pubblici e soggetti privati ed il concorso di risorse derivate e proprie, pubbliche e private. L’idea iniziale di collocare una struttura interportuale nell’area di Prato e precisamente a Gonfienti è scaturita dall’esigenza di modernizzazione generale del sistema distributivo del Paese Italia recepita negli atti di programmazione nazionale nel Piano Generale dei Trasporti per rispondere, attraverso l’ottimizzazione dei processi, alla competizione prodotta dall'unificazione europea e dalla globalizzazione.
L’interporto è una struttura complessa, nata per promuovere ed implementare il trasporto intermodale, ovvero l’integrazione di almeno due differenti modalità di trasporto delle merci. L’Interporto Toscana Centrale di Prato dal 1995 date le sue caratteristiche è classificato di interporto di rilevanza nazionale.
Con Decreto del Ministero dell’Ambiente n. 3556 del 4 febbraio 1999 il Ministero dell’Ambiente esprime giudizio positivo circa la compatibilità ambientale del progetto relativo a “Interporto della Toscana Centrale” da realizzarsi in Comune di Prato (FI) località Gonfienti, presentato dalla Società Interporto della Toscana Centrale S.p.A. a condizione che si ottemperi ad una serie di prescrizioni relative a al monitoraggio ambientale, alla mitigazione dell’inquinamento acustico, alla compensazione ambientale e inserimento ambientale e paesaggistico, all’inquinamento luminoso, all’approvvigionamento degli inerti, alla movimentazione delle merci e alla viabilità, inoltre dovranno altresì essere ottemperate tutte le prescrizioni previste dalla Regione Toscana e dal Ministero per i Beni e le attività Culturali se non ricomprese nelle precedenti prescrizioni.
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Alla fine degli anni ’90, iniziarono ad emergere ritrovamenti archeologici nell’area interportuale che assunsero sempre maggiore importanza fino a giungere alla revisione dello strumento urbanistico vigente, che individuava un’area archeologica di circa 13 ha, modificando così sostanzialmente il Piano di Utilizzo e di conseguenza l’assetto funzionale dell’intero sistema interportuale.
All’interno delle aree dell’Interporto è presente un fabbricato denominato “Il Mulino”, attualmente utilizzato parzialmente, in comodato, dalla Soprintendenza Archeologica.
3. Sistemazione e valorizzazione dell’area archeologica
In coerenza con quanto indicato nel Progetto di territorio “Parco agricolo della Piana” (vedi Integrazione al PIT – All. A6 “Parco agricolo della Piana”), obiettivo generale del presente documento programmatico è quello di migliorare l’organizzazione del territorio al fine di promuoverne una funzione fruitiva dei ritrovamenti archeologici dell'area di Gonfienti, creando una polarità culturale forte e innovativa destinata a modificare i circuiti turistici, riconducendo a sistema gli altri siti archeologici e vitalizzando percorsi fruitivi di ampio respiro rispetto al patrimonio di epoca medievale, medicea, lorenese, moderna (industriale).
Al fine di valorizzare pienamente l’area archeologica di Gonfienti appare, pertanto, necessario creare un sistema territoriale dell’archeologia che, attraverso itinerari culturali, la metta in relazione con le aree di Comeana, di Pizzidimonte, di Sesto Fiorentino e con gli altri beni presenti nel Parco della Piana.
A tal fine, si ipotizza la creazione di un piano di gestione integrato attraverso la cooperazione interistituzionale degli attori presenti sul territorio e da forme di partenariato pubblico-privato. Si precisa che l’area archeologica in oggetto è attualmente all’interno delle aree di proprietà dell’Interporto della Toscana Centrale di Prato, che è gestito da una società per azioni con la partecipazione di enti pubblici e soggetti privati.
All’interno delle aree dell’Interporto è stato completamente restaurato il fabbricato denominato “Il Mulino” (XII secolo d.C.), attualmente utilizzato parzialmente, dalla Soprintendenza Archeologica. Gli ambienti, dati in comodato, anche in vista di un uso di tipo pubblico finalizzato alla diffusione dei risultati della ricerca archeologica nella vicinanza dell’insediamento etrusco di Gonfienti, sono nell’immediato utilizzati per l’immagazzinamento e per la realizzazione dei primi interventi di sistemazione e restauro dei materiali (ceramiche tipiche della sfera domestica e frammenti pertinenti alla copertura dei tetti degli edifici), quale condizione essenziale per ogni futuro sviluppo. Il Mulino di Gonfienti è inoltre diventato, in questi ultimi anni, il luogo naturale di conservazione di altri contesti archeologici che il territorio ha restituito.
Con riferimento all’area archeologica, la Soprintendenza ha fornito la planimetria delle aree interessate dalla presenza delle strutture e dei reperti della città etrusca oltre che la documentazione necessaria ad armonizzare le necessità di Interporto e quelle della Soprintendenza stessa.
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Fig. 1 Planimetria aree archeologiche
E’ in corso l’approfondimento per attivare procedure di acquisizione pubblica dell’area archeologica nei Comuni di Prato e Campi Bisenzio, per poter realizzare gli interventi necessari con finanziamenti pubblici.
4. Finanziamenti
E’ previsto uno stanziamento di 500.000 euro sul bilancio regionale 2013 finalizzato agli interventi tesi a rendere fruibile l’area archeologica di Gonfienti, da realizzarsi su aree pubbliche.
Entro giugno 2013, la Regione definisce il programma di intervento.
Allegato cartografico:
Schema progettuale per la connessione ciclo-pedonale dell’area di Gonfienti con i beni di interesse storico-archeologico della Piana
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1 commento:

Simone ha detto...

Interporto, iniziato nel 1991 , concluso (?) nel 2010. Basterebbe questo dato, letteralmente allucinante, a far capire quanto questo"mostro" di cemento e capannoni abbia ingolfato il territorio, succhiato risorse ( anche nostre, non essendo totalmente in mano a privati!! ) e poi abbia un utilizzo che definire "a mezzo servizio" sarebbe essere troppo generosi.
Non si venga a dire che gli straordinari ritrovamenti archeologici etruschi hanno tutta la"colpa" del rallentamento dei lavori, perché si mentirebbe intenzionalmente.

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