martedì 10 dicembre 2013

I 'giovanoidi', la nuova specie creata da Matteo Renzi

Guardando un video sulla vittoria di Renzi, sono incappata in una persona che tempo fa, son dieci anni e più ormai per fortuna, ha lavorato per un breve periodo con me.
Avendolo conosciuto, l'ho riconosciuto, ma in realtà l'ho visto subito trasformato nella nuova specie politica creata da Matteo Renzi: i 'giovanoidi', il neo-esercito dei giovani tutti uguali, resi ancor più uguali grazie al perfetto conformismo internettiano, e che presto avremo come prossimi capi-bastone.

Il giovane che osservavo muoversi celermente e ossequioso davanti al capo, aveva tutte le caratteristiche del 'giovanoide' che Renzi predilige: usa il mezzo internettiano come smercio di sé, utilizzando tutti i 'social network' possibili e tutti i temi consentiti dalla propaganda, in questo caso a Sinistra, quelli 'canonici' che strappano sempre la lacrimuccia, come stare dalla parte degli umili e  degli oppressi eccetera. 

Il 'giovanoide' ha capito che se non ti genufletti al sistema, non stai da nessuna parte. Non mangi.  Ma in qualche caso nemmeno lo ha capito; semplicemente fa come gli altri.
Renzi li accoglie nella sua squadra, bella giovane forte. Femminile.

Le 'giovanoidi', poi, compiono il fallimento del femminismo fatto carne putrida dalla partitica e dal post consumismo, e le giovani donne si mostrano quasi perfette nel loro ruolo rifatto di 'ibridesse' inserite.

Che la giovinezza reclami il suo giusto ruolo sociale e politico, oltreché economico, la 'rottamazione' insomma, è vecchia storia, almeno dalla 'contestazione' degli anni '60. (1) Però ora trova qualcosa di più perfetto e omologato di quaranta o cinquanta anni fa. Infatti il potere, e in questo caso inrcanato da Renzi, non poteva trovare niente di meglio che questa nuova generazione di giovani conformisti internettiani, che si costruiscono su misura e senza troppa fantasia scopiazzandosi reciprocamente l'immagine e i pochi pensieri, plagiandosi in sostanza, la generazione delle citazioni altrui, che lui subito ha chiamato a sé e delineato politicamente. Lui stesso ne è un esempio; anzi, uno dei campioni e per questo, grazie alle sue indubbie capacità, in particolare di comunicatore,  è stato il prescelto.

La generazione dei giovani oggi (e il termine si è pericolosamente esteso ai trentenni e addirittura ai quarantenni) non sembra saper svolgere altro che il ruolo del 'giovanoide'. D'altronde, chi si azzarda ad andare da un'altra parte, viene subito fermato. O si ferma da sé, sconfitto.

Oggi è in atto una persecuzione nei confronti dell'eterologia del pensiero e delle azioni. Ecco la vera caccia alle streghe.

Questo mi permette di concludere che al momento non c'è niente di più funzionale di questa presunta comunicazione internettiana, che inganna là proprio dove dovrebbe chiarire, cioè negli 'attori' della comunicazione stessa - in primis nei giovani che ne sono il motore - che si mostrano quello che non sono e si 'costruiscono'. In sostanza, se comunicano, troppo spesso comunicano il falso.


(1) Molti di loro si sono piazzati bene, vedi anche http://primaveradiprato.blogspot.it/2013/11/post-sessantottini.html

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