martedì 4 febbraio 2014

Un Calice di promesse

Ricevo e pubblico dal Comitato Ambientale di Casale.
L'aspetto più inquietante, alle Pantanelle, ovvero nel famoso Parco della Piana, rimane il Depuratore del Calice. Già a suo tempo, agosto 2009, documentai quello che accadeva, e fui rimbrottata aspramente - per strada, mentre camminavo! -  per aver scritto che le acque che uscivano dal depuratore apparivano tutto fuorché depurate (l'intervento su "Gida" non era piaciuto...); e che qualcuno le utilizzava per irrigare i campi di verdura - ci sono le foto! -, sì, proprio quelle. (1).

Naturalmente da allora non è accaduto nulla, le autorità non hanno mosso foglia. Ora hanno incontrato il Comitato e hanno fatto promesse. Vedremo.

COMUNICATO STAMPA DEL COMITATO AMBIENTALE DI CASALE
 La settimana scorsa per iniziativa della Presidente di Circoscrizione Sud Sig.ra Peris   una delegazione del Comitato Ambientale di Casale e del Comitato Qualità della vita di Ponte dei Bini ha incontrato l'assessore provinciale all'Ambiente Arrighini e la Funzionaria provinciale Sig.ra Chiodini per esporre le complesse criticità presenti nella zona del Calice. E' stata evidenziata  l'assoluta carenza di servizi essenziali come l'acquedotto e il metano in via Argine del Calice ed il sistema fognario anche in Via Casale e Fatticci. Sono stati posti interrogativi sull'attività del depuratore, che in occasione di pioggia immette direttamente i liquami non depurati nei torrenti Calice e Calicino con il reale rischio di inquinamento della falda e dei terreni coltivati con verdure a foglia larga, peraltro commercializzate nei supermercati e nei mercati della zona. Da notare che proprio questa immissione di acqua non depurata da parte del by/pass del depuratore, è spesso concausa delle tracimazioni del Calicino. Su questi punti sia l'assessore Arrighini che la presidente Peris si sono impegnati a controllare l'autorizzazione del produttore di verdure ad attingere dal Calicino, a canalizzare a Le Vanne gli sversamenti del depuratore nonché a trasmettere all'Arpat ed all'ASL quanto da noi segnalato in merito al livello d'inquinamento delle acque di superficie e di falda. Naturalmente era stata segnalata la criticità più acuta, cioè il rischio idraulico che è legato alle frequenti esondazioni nella zona dei torrenti Calice e Calicino. Purtroppo l'ondata di piena del Calicino si è scaricata  nell'area per la seconda volta nello stesso mese di gennaio ed ha fatto danni nelle abitazioni della zona con la sua acqua maleodorante.
Gli abitanti dell'area vivono continuamente in apprensione durante ogni giornata piovosa, per cui occorre trovare una risoluzione definitiva del problema. E' evidente che la zona viene utilizzata come cassa di espansione di ultima istanza, ma ciò è inaccettabile specialmente dai residenti che hanno recentemente acquistato immobili di nuova costruzione o ristrutturazione, ricevendo l'abitabilità anche al piano terreno degli stessi. Innanzitutto chiediamo alle istituzioni di aiutare economicamente i residenti che hanno subito danni materiali, ma poi occorrerà potenziare le casse di espansione, manutenere e monitorare lo stato degli argini e cessare il consumo di terreno agricolo, che è la principale causa del recente aggravamento del rischio idraulico.




Ma ancora, dopo l'alluvione del 2009:

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