sabato 4 ottobre 2014

MIRIAM 2, QUELLO CHE IL PUBBLICO DICE

Bella seconda replica di Miriam al Teatro La Baracca.
Il pubblico rimane un po' male per la mancanza di dibattito, non se ne va, e lo crea in qualche modo da sé. Ha però difficoltà a scrivere subito un commento così a caldo, e qualcuno lo manda via mail.
I commenti sul Libro del Gradimento magari li pubblicherò in altra occasione. Ora voglio mettere sotto due fra le recensioni più significative che ho ricevuto.


"A proposito di Miriam, a me è sembrato un grande grido di dolore nei confronti di un sistema ormai radicato intorno a noi, che porta la società a credere a tutto ciò che viene gridato e amplificato da giornali, internet e trasmissioni televisive fatte oramai non da artisti e professionisti ma utilizzando "casi" e persone comuni, che porta ad accendere i riflettori su un carcere solo perché lì c'è l'ennesimo caso eclatante adatto a riempire pagine di cronaca. E la gente comune come è felice e grata al sistema che li tiene sotto i riflettori...  Molto bello e significativo il coro...Cara Maila, non voglio scrivere un testo anche se sarebbe bello parlare su Miriam .... e sul fatto che Jeshu se è figlio di Dio oggi dovrebbe veramente sposare un'atea altrimenti che figlio di dio è?? Avete fatto bene a non aprire al dibattito, meglio restare ognuno con le varie interrogazioni e riflessioni.
Bellissimo spettacolo ben orchestrato, da Gianfelice e i suoi molteplici ruoli, alla donna ... dal fiore in bocca,  con accento veneto, credibilissimo, che racconta i suoi pesanti drammi con una leggerezza che fa divertire il pubblico!
 E poi mi fermo, andrei molto oltre, ma comunque ci sono altre repliche e spero di poter tornare cercando di portare qualcuno che non mi ascolta mai,( ormai sono fuori sistema) e non viene in Baracca forse perché ha paura di non essere nel sistema...? Grazie ancora e a presto!" Maura



"MIRIAM, moglie di Gesù. Siamo di fronte ad uno spettacolo complesso, ricco di intrecci e significati plurimi, ma pure originale e squisitamente interessante per i risvolti al contempo grotteschi e di riflessione che ha la possibilità di far scaturire in molti passaggi. È un po' come se l'autrice dicesse fra le righe che se Gesù tornasse oggigiorno
s'incarnerebbe non solo fra gli ultimi ma anche fra i non compresi, fra gli inopportuni, gli scomodi, quelli fuori dalla nostra sicura normalità. Sarebbe certo una figura di fronte alla quale i poteri rivelerebbero i loro interessi di parte, il cinismo dei mass media che comprano tutto, incarnato dal giornalista, l'ambiguità del potere ecclesiastico, qui incarnata dal prete, le strategie mirate del potere giuridico, incarnata dall'avvocato. Mentre l'umanità che Gesù rappresenterebbe rimane proprio significativamente l'ombra che crea imbarazzo, ora fastidio, ora stupore. Gesù viene rifiutato persino da Miriam, anche lei donna appartenente agli ultimi, ma pur sempre dotata di 'normale' buon senso, di egoismo, dunque infastidita dall'altruismo gratuito di Gesù. Paradosso della pièce, Miriam atea crede in Gesù, ovvero all'umanità che rappresenta' pur volendo divorziare per l'insostenibilità della situazione. Crede a valori che non condivide, mentre gli altri non credono a ciò che non condividono. I poteri esprimono sempre i loro interessi di fronte a ciò che è diverso, fosse anche Gesù. Miriam no. Diventa messaggera dunque, di un messaggio che in se stesso pare impossibile, ma che racconta una metafora interessante. Uno spettacolo che stupisce e scuote, fa pensare e a momenti esilarante". Sylva Batisti

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