lunedì 10 novembre 2014

OPPOSIZIONE OPPOSIZIONE OPPOSIZIONE!

Dopo il brutto spettacolo per la regia di Ronconi che abbiamo visto al Metastasio 

(dove si è osservato come vengano buttati i nostri soldi pubblici e che il pubblico capra applaude non sa nemmeno a cosa - quanto siamo imbevuti di mitologia, eh? -  invece di buttare giù dal palco i finti (?) telegrafi costosissimi - ben due, non ne bastava uno, no! - con cui il regista milanese- e ora anche pratese, pratese, capito?, gli hanno dato la cittadinanza onoraria!, ma de che de che! - ha cercato di ingannare il pubblico sulla sua mediocrità, oltre alla solita scenografia carrellata di cui non ne possiamo proprio più - è dagli anni '70 che va giocando, il signor Ronconi, con i nostri dindi! - ,  senza contare gli errori di dizione della signora Asti, imperdonabili in una attrice di prosa con tanta esperienza! Ma perché ai musicisti non gli si perdona il minimo errore di interpretazione e invece si lasciano parlare così male gli attori che calcano i teatri che una volta si chiamavano della borghesia, solo in virtù della loro fama, del mito e di un mal interpretato senso della presunta e quindi falsa spontaneità? Ma l'opposizione la dobbiamo fare solo nei consigli o in Parlamento, e male per giunta? Opposizione opposizione opposizione a tutto questo teatro, per favore Gianfelice dillo anche tu!),

dopo tutto questo, cerchiamo di rifarci un po' con spettacoli non convenzionali, o almeno ci si prova, visto che ormai non sappiamo più a che santo votarci per trovare qualcosa di diverso.

Noi, al Teatro La Baracca, ci proviamo; almeno ci proviamo e senza spendere i VOSTRI soldi!:

sabato prossimo, 15 novembre, ore 21, abbiamo due cantori del cantar di poesia o cantar d'ottava, Realdo Tonti e Emilio Meliani, che ci presenteranno in modo non consueto la tecnica dell'improvvisazione a contrasto; si tratta di una lezione-spettacolo. Consiglio la prenotazione, perché abbiamo diverse richieste (non tutto è perduto).

Ricordo poi, per domenica 23 novembre ore 16, Petuzzo, la filastRock (storia di un ragazzo che diceva di no), un'opera per ragazzi in rima, dico in rima!, come non se ne trova da nessuna parte per i bambini, e Gaetanina Bresci (mio padre Gaetano il regicida), sabato 6 dicembre ore 21, data secca, e quindi, per chi l'avesse persa l'anno passato, imperdibile.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Siccome mi chiami in causa, rispondo subito. Sono completamente d'accordo. Vogliamo parlare di iper-formalismo imposto agli attori dal sig. Ronconi? vogliamo dire che il suo schema e' applicato identico a tutti i testi, tutti gli autori, tutti gli attori che il regista tratta? Che il suo sistema di mobilio motorizzato ha stufato e che siccome la recitazione e' immobile, e non per colpa dei poveri attori, qualcosa la deve muovere il regista e siccome non puo' essere il pubblico, movimenta la scenografia tanto per svegliare l'assonnato pubblico? che questo pubblico, come ogni pubblico cittadino di teatro paludato celebra il rito del consenso, applaudendo applaudendo applaudendo a cose che non ha capito e che non si sforza neanche di avvicinare criticamente? che questo consenso dell'applauso piace tanto ai politici ed e' metafora di quello a cui ci obbligano col loro teatrino della politica, a cui bisogna reagire solo col consenso, altrimenti sei trattato come un attore - e in tutti i sensi - di serie B? che la serie A e la serie B la fanno l'appartenenza alle greppie e il possesso delle tessere partitiche o massoniche, e non i meriti e l'esperienza e il talento e il sudore e il valore del lavoro quotidiano? Che la malattia della democrazia si vede bene a teatro, per cui l'altra sera non ho fischiato solo perche' abbiamo avuto un biglietto gratuito, ma che la prossima volta non accettero' piu' di entrare gratuitamente a uno spettacolo teatrale, perche' questo mi toglie la liberta' di dire la mia, di fischiare, di dare un segnale, di fare io il vampiro, ma sul serio, e saltare al collo di chi intende ridurci a carta straccia, ad amebe senza volonta' e senza anelito se non quello del consumo? Che il mio maestro Orazio Costa si sarebbe schifato del suo allievo Ronconi, come si sarebbe schifato dei tradimenti in nome della arroganza della visibilita', della tracotanza del successo (tra l'altro a breve dovremo sopportare un Benigni che legge i dieci comandamenti, un'impresa pensata a tavolino per strizzare l'occhio al Potere Laico ed Ecclesiastico - di tutte le confessioni - impresa che gia' m'immagino, sara' salutata come la trovata culturale del secolo, realizzata da un attore che non sa leggere (neanche Dante, neanche Dante) e che e' diventato simbolo dell'appartenenza (a un'area politica) premiata?

Quarta replica de "Ti mando ai celestini"

  La Nazione, oggi. Una delle poche volte in cui pubblica la locandina dello spettacolo. Anzi, nel mio caso, è la prima volta in assoluto. P...