giovedì 19 novembre 2015

Sai quante fanfare!

Come ho già detto, sabato presento il dramma Karl Laqua, Vita immaginaria e reale del boia di Figline.
La coincidenza con i fatti terribili di questi giorni, le guerre, la distruzione, l'affanno delle nostre e loro esistenze, è puramente casuale, tant'è che fino a qualche giorno fa pensavo di non farlo, perché molto affaticata, eccetera eccetera.

Perché per rappresentarlo, tanto per capirci, bisogna studiare duro, oltre al lavoro che si deve fare per tirare avanti...la baracca eccetera eccetera.

I giornalisti non ne hanno dato notizia, a parte il trafiletto, né nessuno dal Comune si è minimamente informato di quanto si sta facendo; insomma, si sta tratta di un evento simbolo di Prato e della Resistenza in generale. 

Sì, ho rappresentato il dramma nel 2009 a Figline, ma era un altra giunta, e più di sei anni fa.

Questi giovanotti investiti di cariche e caricotti hanno altro per il capo, evidentemente, e questo dimostra, ancora una volta, che:

1.  non gliene frega proprio nulla della cultura, e non solo in periferia. Infatti il consigliere presidente della cultura, che abita a cinquanta passi dal teatro periferico, non è mai venuto a vedere uno spettacolo, né verrà a vedere questo;
2.  che la cultura è solo strumentale alla propaganda e al consenso.

Infatti, se l'avessero presentato loro, sai quante fanfare.

Se volete venire, prenotate; c'è gente.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Conterò i partigiani in sala: l'ANPI? dovrebbero venire tutti, mi pare abbiano gia' prenotato in massa. Sono quattrocento ventidue.
Quelli del Piddì che mi ricordano Arbore con vengo dopo il Tiggì, quelli del Piddì, dicevo, sono sempre al nostro botteghino e si sente che cantano bandiera rossa o l'inno di Mameli o qualche musichetta della Microsoft, non si capisce bene. Sono stonati, ma già li vedo, fare la fila per la via Virginia Frosini, e portarsi dietro tutti gli impiegati del Comune, dalla Provincia, della Regione e delle Aziende Municipalizzate. Ma alcuni di loro hanno mandato la lettera di giustifica, come ai tempi delle scuole elementari, medie e liceali: sono a Shanghai a fare affari con I Cinesi, per far da mangiare ai Pratesi, s'intende. Insomma, a parte gli assenti giustificati, sono settecento trentotto. Il teatro si ingrandirà, chiuderà per un attimo I battenti, farà un sospirone, chiuderà gli occhi e quando li riaprirà, avrà aumentato i posti a sedere sino a millecinque centosessantotto. Dunque avanzano, fammi fare il conto, solo quattrocento-otto posti che vanno già destinati - telefonano ora giustappunto e prendo in diretta le prenotazioni - agli industriali di Prato, alla diocesi compreso il Vescovo e le parrocchie, alle varie conf-artigianato, conf-commercio e conf-etture varie e mi arrivano altri trecento settantatré posti. Dunque rimangono trentacinque posti liberi per le persone normali che se si affrettano, le metteremo proprio alle prime file, o se preferiscono, anche nel loggione, se vogliono respirare aria pura.

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