giovedì 3 dicembre 2015

La morte di Marcello Majolino

Torno sulla morte di Marcello Majolino, che si è suicidato nel Chiostro di San Francesco a Prato il primo dicembre.
La Diocesi ha bisogno di ristrutturare una parte della sua proprietà, dove Majolino anche alloggiava da quattro anni, e quindi gli ha intimato, attraverso la lettera dell'avvocato, di andarsene. Lui, disperato, si è ucciso.

Sempre in San Francesco, fino a qualche tempo fa, c'era anche la Casa della Giovane diventata, su richiesta del Comune, un luogo per l'emergenza abitativa, che però la Curia ha pensato di spostare in un luogo meno idoneo, in via Roma, dando in affitto i locali di San Francesco all'università americana di New Haven (1). La stessa sorte più remunerativa toccherà, quando saranno ristrutturati, ai locali dove abitava Majolino?

Il vescovo Agostinelli si è difeso con una dichiarazione pubblica, ma l'ombra su tutta la vicenda rimane profonda e scura.

Forse una parola  su questo pover'uomo e sull'emergenza abitativa la poteva spendere anche il Sindaco Biffoni.


Ecco la lettera d'addio di Majolino:

"Chiedo perdono a Dio e a quelli che mi vogliono bene mi capirete che per una persona della mia età ed anche nelle mie condizioni di salute diventerebbe impossibile ed altamente umiliante vivere e morire per strada. Ma così avrebbe voluto carlo stancari (il nome è scritto minuscolo ndr), non merita nemmeno di essere chiamato con il suo appellativ di prete o imperatore (come lo chiamano nell'ambiente). Ma non gli darò questa soddisfazione e preferisco provvedere da me stesso. La motivazione la capirete leggendo il foglio in allegato. Se qualcuno volesse approfondire può rivolgersi a lui o al suo vassallo franco agostinelli, e magari potrebbe anche indagare anche altri argomenti e situazioni.
Ma forse sarebbe chiedere troppo.
Anche solo una persona che aprisse gli occhi alla verità, sarebbe già una buona soddisfazione, perché ne sia valsa la pena.
N.B. Non vi premurate di far scomparire questa carta perché copie di tutto sono in possesso di altre persone e soprattutto anche il Santo Padre ne è già a conoscenza.
Per tutti, preti e laici, quelli che sapevano e non hanno fatto nulla ricordo che l'accidia con ignavia, oltre alla superbia, sono vizi capitali e come tali saranno giudicati. Naturalmente so pure che il tutto vale anche per me, ma io ne sono conscio e vado avanti per la mia strada.
"State pronti con i fianchi cinti e le lanterne accese, ché non sapete quando né come, ma di certo il momento verrà."

Li aspetto, e senza sacche di beni e vanità terreni, che dovranno abbandonare". (Marcello Majolino)

(1) http://iltirreno.gelocal.it/prato/cronaca/2014/07/13/news/scelta-discutibile-il-trasferimento-della-casa-della-giovane-in-via-roma-1.9589730

2 commenti:

Anonimo ha detto...

La curia e il Vescovo possono fare tutte le dichiarazioni che vogliono,restano i fatti: anziche'trovare una nuova sistemazione -anche temporanea- all'uomo hanno preferito far intervenire un avvocato. Un gesto glaciale,asettico,che di carita'cristiana ne ha poca. Vergogna.

Anonimo ha detto...

Scritta dal sig, Majolino in un ottimo italiano, con proprieta' di sintassi e grammaticali che farebbero invidia a molti laureati; il redattore, perfidamente, ha sottolineato non la nobilta' d'animo, ne' la dignita' di questa persona disperata, ma le lettere minuscole con cui l'uomo ha nominato i suoi antagonisti; questo non e' un segno di equilibrio giornalistico, chi scrive l'articolo tende a colpevolizzare il suicida, magari inconsciamente. Ci pensano tanto prima di inimicarsi la Curia!
(mi riferisco all'articolo in ci lalettera e' citata)
Gianfelice

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