giovedì 23 febbraio 2017

Le ragazze della fabbrichina














Sabato 25 febbraio ore 21  al TEATRO LA BARACCA

La Bottega delle Maschere presenta

LE RAGAZZE DELLA FABBRICHINA

Adattamento e regia Maura Salvi - Tratto dal racconto pubblicato nel libro “La bambina con la farfalla sulla testa” di Dunia Sardi - Editore Attucci

Con Maura Salvi ed Elena Cianchi       Riprese video Francesca Lenzi


Il testo presenta uno spaccato di vita della popolazione aglianese dopo la seconda guerra mondiale, visto attraverso l’esperienza di alcune ragazze che nell’immediato dopoguerra iniziano a lavorare in una fabbrica. L’evento segna una svolta economica ed evolutiva,l'apertura al mondo del lavoro fuori dalle mura domestiche soprattutto per le donne.
Un periodo difficile ma gioioso di una realtà locale molto simile a quella di tante altre città o paesi italiani, ma è storia vera, specchio di un periodo pieno di solidarietà e speranze, di doveri e responsabilità, di lavoratori-studenti.
Lo spettacolo aveva debuttato nel 2008, ha vinto un premio alla regia nel 2011 e viene riproposto in un adattamento a due voci, inserito nel progetto  “Quando battevano i telai”, che prevede anche spettacoli nelle fabbriche. E’ “aperto” a confronti, speranze per il futuro, accompagnate da un’armonia del nostro passato: il suono dei telai!
In scena due donne di epoche diverse, che raccontano all’unisono la storia della fabbrica, guardano al passato mirando al futuro, consapevoli di come tutto sia mutabile: il confronto è sul mondo giovanile di allora con il momento attuale, dove non solo non ci sono più le fabbriche, ma il lavoro sembra appartenere a un mondo scomparso e i giovani vivono nell'incertezza e nella paura del domani, come se combattessero una guerra che ha però un nemico invisibile.
La messa in scena, oltre al confronto con l’autrice, prende corpo anche attraverso le interviste fatte alle ex operaie della "fabbrichina": ancora oggi raccontano il lavoro con gioia e ne parlano con il volto illuminato da una luce che non vediamo più brillare sul volto di molti giovani che, purtroppo, non hanno nulla da evocare nei confronti del lavoro, poiché non l’hanno vissuto!
L’idea di dare un tributo all’indotto del tessile, non nasce per guardare indietro con retorica o nostalgia, vuole accentuare il valore di quegli anni, è un elogio a tutti quelli che si sono impegnati per costruire un futuro nuovo e a quelli che oggi tenacemente resistono!
Vuole non dimenticare tutte le fabbriche, i magazzini, gli stanzoni e tutti coloro che hanno fatto crescere l’indotto del tessile: imprenditori, artigiani, operai, terzisti.
Il suono del telaio, un sottofondo musicale che ha accompagnato varie generazioni, che gioia sentirli battere, se la musica si fermava c’era da preoccuparsi: e ora che si fa?
Un suono rassicurante ma scomparso, forse anche a causa delle evoluzioni elettroniche, che li hanno sicuramente resi più efficienti e meno rumorosi, ma anche una forte crisi, un mutamento economico e sociale che ha caratterizzato l’ultimo ventennio.
Non dimenticare ciò che è stato per me significa attingere nuove forze per andare avanti, consapevoli che se quelle ragazze ce l’hanno fatta a risollevarsi dal dolore, dalla fame, dalla miseria, perché non dobbiamo farcela noi!
Il teatro è denuncia, riflessione, incontro e confronto diretto con la gente: uno spettacolo non può dare risposte ma apre sicuramente a nuove domande. Con questo auspicio vi aspettiamo al Teatro La Baracca, uno dei pochi luoghi rimasti “laboratorio artigiano di cultura”! Un posto dove si lavora e produce molto per creare occasioni di arricchimento e confronto su temi di attualità, storici e poetici!  (Maura Salvi)


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