giovedì 21 settembre 2017

Cemento su cemento, senza fine

Ieri, andando in bici per commissioni, a un certo punto mi sono dovuta fermare. Mi sentivo smarrita e soffocata, in pericolo. Traffico ovunque, macchine in fila con dentro donne e uomini irati, bestemmianti, sul punto di aggredire qualcuno dalla rabbia per l'attesa nella fila senza fine.

Mi son guardata intorno e, alzando il capo,  ho visto questa corona di montagne, belle, che ci circonda: è uno spettacolo grandioso. E come queste ci guardano, da lassù, così potenti, e fortunatamente ancora libere dalle colate di cemento e dalle sfilze di macchine e macchine che riempiono le brutte strade che si trovano in questa Piana. Mi sono tranquillizzata e ho ripreso a pedalare.

Sarebbe davvero un posto ameno, questo lembo di pianura toscana, racchiusa da una corona montana che va dal Serravalle Pistoiese fino a Firenze e Fiesole, se non fosse stata violentata dall'indistinto coprire la terra di capannoni e strade fatte male,  inquinare e molestare un suolo usato senza pietà.

Cemento su cemento, senza fine.

Ora, dopo Macrolotti, Interporto, ampliamento dell'aeroporto di Firenze, mega centri commerciali - Gigli e Parco Prato-, anche la costruzione di una terza corsia nell'Autostrada A11 fra Firenze, Prato e Pistoia, in gran parte inutile, e con annessi e connessi, allacciamenti, bretelle e...come contentino finale,  fumus ciclabile.

Questo significherà anche un aumento dell'inquinamento acustico, oltre che dell'aria. Oppressione vitale per dar luogo alle macchine e agli interessi economici e, in fondo, per rafforzare lo status quo politico.

E non c'è cenno a una inversione di tendenza; e chi governa (e gestisce e vive con i nostri soldi) non ci pensa proprio a invitare i cittadini a cambiare un po' le abitudini, i mezzi di trasporto, a intendere tutto diversamente, con più lentezza, pienezza di vita.

Questo dovrebbe fare un governo, locale e nazionale: dar corso e possibilità per una vita migliore. E invece si muove in senso opposto a quello che potrebbe trasformarci in essere un pochino più felici, creativi e sani.

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