venerdì 22 dicembre 2017

Considerazioni sulla Giornata di Studio per Gonfienti

"Cosa resta della Giornata di Studio svoltasi a La Baracca?

Due personali considerazioni:
1) Il riconoscimento della straordinarietà  per l’etruscologia della scoperta di Gonfienti e del grande santuario che qui fu fondato, come pure dei ritrovamenti sui Monti della Calvana ed oltre. Pur tuttavia, alla soddisfazione di avere finalmente potuto dimostrare la strettissima relazione tra gli insediamenti proto etruschi ed etruschi di Poggio Castiglioni e la città sul Bisenzio teo-pianificata  in epoca etrusco arcaica, allo straordinario riconoscimento ad essa connesso  della “reggia-santuario” (già erroneamente indicata come una domus di un’agiata famiglia), dall’esistenza di un’area sacra dedicata, come già annunciava L’Offerente, al dio Vertumno, al profondo legame territoriale instaurato dalle reticolate relazioni spaziali (anticipatorie delle centurie romane) e dalle strade glareate etrusche nella piana superiore dell’Arno, tra Fiesole (Vipsul), Arnina (porto fluviale fiorentino) e  la stessa Gonfienti (naturale baricentro della valle), qualificato come  luogo d’eccellenza per l’ interscambio viario e fluviale, alla conferma della via transappenninica dei Santuari in collegamento con Marzabotto (Kainua) e Felsina, fa da contraltare l’assoluta, incomprensibile indifferenza della città di Prato, che pure dovrebbe essere la prima beneficiaria di queste enunciazioni che promuovono in chiave di ricerca un’epocale rivisitazione dell’etruscologia pallottiniana fin qui dominante.

2) La visione cristallina di una nuova inclusiva, culturalmente parlando, lezione di storia dell’epopea etrusca in Occidente, unanimemente condivisa da tutti gli studiosi presenti e da molti altri, tanto da fare seriamente meditare sull’opportunità di promuovere anche a livello universitario un grande convegno internazionale a carattere multidisciplinare che prenda atto del nuovo palinsesto di ricerca che è stato proposto e dettagliatamente presentato a La Baracca.

Rompiamo dunque gli indugi, qualora permanessero paure di scardinare un parte del sapere costituito, decisi e forti nelle convinzioni  oggi avallate da ragionamenti scientifici inoppugnabili. Costruiamo dunque insieme  un nuovo modo di guardare alle origini etrusche ed italiche prima di Roma come risorse universali da rivalutare nell’ambito della cultura occidentale e non solo, per proiettare queste verità a lungo nascoste come patrimonio da salvaguardare, comunicare e diffondere anche in chiave di sviluppo economico e sociale di coesione in tutto il bacino del mediterraneo,  come lo fu l’incontro dei popoli nell’antichità, tra il VII e il V sec. a.C.,  periodo che sancì la nascita della democrazia e della repubblica nella costruzione, pur ancora embrionale, dell’Europa stessa".

Giuseppe Centauro


P.S. Le sottolineature sono mie. La giornata di studio, dal titolo Un nuovo palinsento per gli Etruschi di Gonfienti, si è svolta domenica 17 dicembre 2017. 

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