martedì 16 aprile 2013

Baciacavallo e gli altri disastri ambientali di Prato

Ho un pessimo ricordo del depuratore di Baciacavallo, quando, alcuni anni fa tenevo un laboratorio di teatro nelle vicinanze. D'estate l'aria era più che pesante e  non si respirava. Eravamo a sud del depuratore e quindi quando l'aria veniva da nord, prendevamo tutto l'acido fetore.
Ora, secondo Longo, Presidente della società competente Gida, sarebbe tutto a posto e i cosiddetti allarmismi dei cittadini, sarebbero appunto tali. Il depuratore non ucciderebbe, non morirebbero le persone di cancro.

Il dubbio è lecito.
In questi lunghi anni dal dopoguerra a oggi chi ha comandato a Prato ha fatto tutto e soprattutto tutto disfatto in nome delle fabbriche e del lavoro e giustamente i cittadini pensano che questo impianto debba essere chiuso.

L'altro giorno passavo dal Coderino, la vecchia discarica di Iolo. Stanno realizzando la seconda bonifica, ma in realtà non sappiamo niente di quello che stanno facendo. La montagnola è inquietante, solitaria, brulla. E la falda?

E poi, alle tanto decantate Pantanelle, il depuratore del Calice sputa acque puzzolenti, tanto che nessun uccello vi si ferma a bere, nessun pesce, niente. Tutti gli alberi attorno sono morti. 

Quell'acqua va nell'Ombrone. 

Disastri ambientali mai dichiarati.

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